I Carismi (doni) di guarigione sono citati da San Paolo nella prima lettera ai Corinti 12, 9 e 30, come una delle “Manifestazione dello Spirito per una utilità di bene”. Il dono viene esercitato con una semplice imposizione delle mani, che è breve o lunga in base al più o meno forte “calore-energia-bruciore” che le mani possiedono ed emanano.
Per fare un esempio comprensibile possiamo dire che nella “Potenza” delle mani misurabile anche scientificamente, è operante lo Spirito Santo, e quindi le mani del carismatico diventano taumaturgiche perché sono come la “spina col filo elettrico” collegato al malato, che viene inserita nella “presa dell’impianto elettrico” dello Spirito Santo, da dove arriva l’energia guaritrice, nella quantità e nell’efficacia che vuole Dio, che passa attraverso il carismatico, che ne è canale e strumento.
L’imposizione delle mani va ricevuta dai malati con fede e, se necessario, più volte, in base alla natura e al grado della malattia stessa. Gesù chiedeva la fede per l’efficacia di questo suo carisma guaritore e ministero terapeutico. Una volta nel Vangelo si legge di una doppia imposizione delle mani di Gesù per portare a guarigione perfetta la vista di un cieco.
Più volte nel Vangelo si legge che Gesù imponeva le sue mani sui malati per guarirli; si legge pure che la gente chiedeva a Gesù di imporre la sua mano sui malati; si tratta quindi di un suo carisma riconosciuto pubblicamente e praticato frequentemente da Gesù e, presumibilmente anche in collaborazione, dai suoi apostoli, sempre però “nel suo nome”.
Gesù prima di salire al cielo ha promesso a coloro che credono in lui (quindi ogni cristiano) anche questo “segno” miracoloso: “Nel mio nome imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mc 16,17-18)
Nel “Nome di Gesù”, significa nella “Persona di Gesù”, quindi è chiaro che le mani del carismatico terapeuta sono come i “guanti” di Gesù, in quanto è Gesù che opera e guarisce come “medico e chirurgo” divino, ma la guarigione oltre che alla sua volontà e alla sua opera è dipendente anche dalla più o meno perfetta configurazione e misura dei “guanti”, cioè dallo spirito evangelico e della santità del taumaturgo umano.
L’imposizione o applicazione delle mani è principalmente fatta sulla testa, essendo il nostro cervello “il vertice e il centro” della nostra persona, fatta di spirito, psiche e fisico.
Nella nostra testa c’è tutto di noi: in particolare, in ordine alla guarigione, sono presenti tutte le ferite psichiche da disinfettare, chiudere, cicatrizzare; ci sono tutte le malattie fisiche da curare, risanare, guarire; ci sono i traumi emotivi da sedare, consolare, riparare; ci sono tutte le frustrazioni da lenire, calmare, confortare; ci sono tutti i conflitti da placare, pacificare, riconciliare; ci sono tutte la colpe da scusare, perdonare, eliminare; ci sono tutti i rancori da sbollire, rasserenare, togliere; ci sono tutte storture concettuali da correggere, rettificare, aggiustare; ci sono tutte le insoddisfazione sentimentali da appagare, accontentare, esaudire; ci sono tutte le persecuzioni da sopportare, liberare, perdonare.
Le guarigioni cosi ottenute, con una o più applicazioni, sono generalmente di tipo progressivo, curativo, migliorativo, fino alla completa remissione della malattia. Non è da escludere, ma è rara, la guarigione totale e istantanea, qualora si associ anche il carisma dei Miracoli o delle “Opere di potenza” miracolosa, di cui ugualmente parla San Paolo. Questo avviene quando Fede umana e Potenza divina arrivano a essere in perfetta unione e contemporaneità.
Nell’accostarci a chi ha questo carisma delle guarigioni non bisogna essere nè miracolisti, né scetticismi, non bisogna trascurare le diagnosi, le risorse, le tecniche sia della medicina ufficiale, sia di quella naturale.
Bisogna soprattutto sviluppare un atteggiamento di grande fede che è vigore e positività, fede che è un avere fiducia del Signore che guarisce più che cercare la guarigione in se stessa, fede che è un essere sicuri della sua grazia di miglioramento, fede che è credere anche senza vedere ancor prima di vedere la guarigione.
Questo “credere” consiste nel pensare e immaginare la guarigione, andando aldilà dei sintomi della malattia, non prendendoli soggettivamente in considerazione, non lasciandosi influenzare negativamente da loro, anche se dobbiamo fare discernimento sulle loro cause e dobbiamo farli oggettivamente conoscere e valutare dai medici.
Ricordiamo che Gesù nel Vangelo ha tante volte attribuito la guarigione alla fede delle persone, non ha potuto fare guarigioni per mancanza di fede, ha chiesto espressamente la fede per poter guarire, ha premiato la fede con la guarigione, ha sottolineato la forza della fede anche quando è piccola, ha messo alla prova la fede, ha elogiato la grande fede, si è lamentato e ha rimproverato per la poca fede, ha pregato per la fede, ha aumentato la fede, ha aiutato e soccorso la fede.
Ricordiamo che lo Spirito Santo negli Atti degli Apostoli ha suscitato conversione e fede con segni, prodigi, miracoli e guarigioni, anche proprio con i “miracoli terapeutici” attraverso il Carisma delle guarigioni con l’imposizione delle mani, come nel caso degli occhi di San Paolo per opera di Anania (9,11 ss), e della guarigione dalla febbre del padre di Publio per opera di San Paolo stesso (28,7 ss).
Don Bruno.

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